Roma, 20 mag. (Apcom) - "Ritrovare le ragioni della convivenza pacifica a Napoli, dopo i recenti fatti di Ponticelli": questo lo scopo del momento di preghiera e di riflessione che la Comunità di Sant'Egidio promuove a Napoli, nella chiesa di San Pietro a Maiella, per giovedì 22 maggio.
"Ben venga la sicurezza - dice Enzo Somma della Comunità di Sant'Egidio di Napoli, a quanto riporta il Sir - ma il vero problema dei rom è favorire l'integrazione. La decisione di organizzare questa veglia risponde a una richiesta da parte della città di fare una riflessione pacata su quanto è successo per dare una risposta non violenta, isterica o dettata dalla voglia di trovare un capro espiatorio di tutti i nostri problemi nei soggetti più deboli". Al momento di preghiera dovrebbero partecipare anche alcuni rom, "amici della Comunità di Sant'Egidio".
"Dopo questa fase di sbandamento - prosegue Somma - speriamo che Napoli ritrovi il suo vero spirito di città accogliente, aperta al dialogo, vicina al bisogno dei poveri, una città che riesca davvero ad essere la città di tutti". Infatti, conclude Somma, "la cultura intollerante non appartiene all'anima più profonda della città. Del resto, l'incontro mondiale della pace dello scorso ottobre ci ha mostrato tanta gente che sogna una Napoli diversa da quella che spesso appare".
"Ben venga la sicurezza - dice Enzo Somma della Comunità di Sant'Egidio di Napoli, a quanto riporta il Sir - ma il vero problema dei rom è favorire l'integrazione. La decisione di organizzare questa veglia risponde a una richiesta da parte della città di fare una riflessione pacata su quanto è successo per dare una risposta non violenta, isterica o dettata dalla voglia di trovare un capro espiatorio di tutti i nostri problemi nei soggetti più deboli". Al momento di preghiera dovrebbero partecipare anche alcuni rom, "amici della Comunità di Sant'Egidio".
"Dopo questa fase di sbandamento - prosegue Somma - speriamo che Napoli ritrovi il suo vero spirito di città accogliente, aperta al dialogo, vicina al bisogno dei poveri, una città che riesca davvero ad essere la città di tutti". Infatti, conclude Somma, "la cultura intollerante non appartiene all'anima più profonda della città. Del resto, l'incontro mondiale della pace dello scorso ottobre ci ha mostrato tanta gente che sogna una Napoli diversa da quella che spesso appare".
Nessun commento:
Posta un commento