30.6.06

ONG: RICHIESTE AL GOVERNO IN VISTA DI GINEVRA E SAN PIETROBURGO

(29 jun 2006) L’Associazione Ong Italiane e i rappresentanti di associazioni della società civile italiana hanno confermato ieri un prossimo incontro col Presidente del Consiglio Romano Prodi in cui verranno avanzate richieste e proposte al Governo italiano sugli impegni da assumere nei confronti del summit del G8 di San Pietroburgo del 15-17 luglio prossimi. Le richieste riguardano i temi dell'energia, della formazione professionale e delle pandemie in particolare l'influenza aviaria. E nei giorni scorsi la Focsiv ha presentato al ministro per le Politiche comunitarie Emma Bonino un messaggio alla vigilia dell’incontro ministeriale che si terrà oggi 29 giugno a Ginevra per i negoziati dell’Omc. "No alla liberalizzazione sfrenata per i paesi poveri, sì a regole che aiutino le loro esportazioni nel primo mondo" - afferma olil messaggio. Il negoziato è in fase di stallo per le rigidità delle grandi economie, Stati Uniti, Unione Europea, India e Brasile, arroccate sulle rispettive posizioni e preoccupate più delle ricadute a livello nazionale sulle rispettive lobby che al raggiungimento di un equilibrio da cui tutti possano trarre vantaggio.

26.6.06

ARPAV - Viaggiatori! e Viaggiatori?

ARPAV attraverso la campagna di comunicazione “Viaggiatori! e Viaggiatori?” ha voluto rafforzare le sue azioni di informazione e sensibilizzazione sul turismo sostenibile rivolte ai cittadini e agli operatori. Per fare questo si è avvalsa della grafica essenziale e della sottile ironia del fumettista Bruno Bozzetto.


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Addendum alla Dichiarazione di Montreal - dall’Assemblea Generale del BITS lo scorso 10 maggio ad Aubagne en Provence.

Verso un turismo di sviluppo e solidarietà

«Verso una visione umanista e sociale del turismo»


Preambolo


Dall’adozione della Dichiarazione di Montreal nel 1996, il contesto politico mondiale si è evoluto in modo tale che «alla fine della storia» (espressione utilizzata da Francis Fukuyama all’inizio degli anni ’90 per sottolineare il trionfo della democrazia liberale1) ha fatto seguito un periodo molto meno glorioso rispetto a quanto solennemente annunciato. La forte ascesa del neoliberismo ha effettivamente suscitato un certo numero di proteste da parte di oppositori della globalizzazione di diverso background culturale, i quali condannano le imposizioni del libero mercato e i suoi numerosi effetti negativi sulla vita delle persone e delle collettività, accentuando più che mai il divario tra ricchi e poveri, non solo tra Paesi, ma anche all’interno degli stessi. La paura del terrorismo, all’indomani degli eventi dell’11 settembre, ha risvegliato lo Stato reganiano e la ricerca della sicurezza ad ogni costo. La crescita economica di paesi come la Cina, l’India, il Brasile, ha reso ancora più evidente il notevole divario tra le condizioni di vita delle popolazioni nei diversi continenti: in questo scenario, il continente africano stenta a trovare una via verso uno sviluppo reale.

Più che mai, la crescita economica basata sullo sfruttamento eccessivo delle risorse è messa in discussione. Malgrado sia stata data nuova vita alla Convenzione di Kyoto nel 2005 e, malgrado le popolazioni siano sempre più convinte della necessità di salvaguardare l’ambiente, resta il fatto che la Terra è in pericolo e le catastrofi naturali degli ultimi anni ci ricordano la fragilità degli ecosistemi e la necessità di attuare al più presto strategie di sviluppo sostenibile.

In questo contesto generale, il turismo mondiale, caratterizzato da una notevole capacità di sopravvivenza, continua a crescere con alcuni periodi di difficoltà dovuti a catastrofi naturali, pericoli sanitari, guerre, terrorismo... Si tratta soprattutto di un turismo di massa che non porta sempre gli effetti positivi sperati e che non tiene conto di significative fasce di popolazione; un turismo di massa che, per la sua struttura industriale, provoca troppo spesso una fuga dei profitti verso i paesi dei visitatori a discapito delle popolazioni ospitanti, fenomeno sempre più denunciato da coloro che propongono forme alternative di turismo, mettendo l’accento sulla responsabilità e la solidarietà delle parti coinvolte.

Alcune azioni del BITS – Bureau International du Tourisme Social –

Il BITS ha tenuto conto degli sconvolgimenti e dei cambiamenti degli ultimi dieci anni. Ha perseguito la via dell’internazionalizzazione con l’ampliamento della Sezione Americhe, avviata nel 1994, e la creazione nel 2004 della Sezione Africa. Ha, inoltre, rafforzato la propria influenza presso diversi organismi dell’Unione Europea, senza dimenticare i Paesi dell’Europa dell’Est, le cui strutture di turismo sociale hanno conosciuto profondi cambiamenti.

In una prospettiva di apertura al mondo e di contributo ad un’“altra globalizzazione” fondata su valori di condivisione e solidarietà, il BITS e i suoi soci hanno riconosciuto sempre più l’importanza del turismo sostenibile e in misura ancora maggiore del turismo solidale, tanto da creare una commissione su questo fenomeno in espansione. Le questioni di uguaglianza sociale e di responsabilità individuale dei turisti e di chi ospita restano sempre un tema cruciale per il BITS che ha l’ambizione di promuovere un turismo che contribuisca alla lotta contro l’esclusione e al rafforzamento della coesione sociale nei Paesi del Nord, così come in quelli del Sud.

Malgrado l’invecchiamento della popolazione nei paesi industrializzati, che li porta ad intraprendere misure energiche in favore di un mercato in forte crescita come quello dei “senior”, i giovani, ancora numerosi in molti paesi, restano una priorità per il BITS che ha istituito una commissione consacrata al turismo dei giovani. Il BITS ha anche organizzato diversi incontri per creare un serbatoio di idee permanente sul tema dell’accessibilità per i disabili.

L’influenza del BITS si é fatta sentire presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo che nel 1999 ha adottato il Codice Mondiale di Etica del Turismo, alcuni articoli del quale trattano espressamente il tema del turismo sociale. Il BITS si é impegnato a promuoverlo e il presidente del BITS é membro del comitato incaricato della sua attuazione. In occasione del Summit sull’ecoturismo nel 2002, organizzato dal WTO e dal UNEP, gli interventi dei rappresentanti del BITS hanno portato all’adozione di un obiettivo di accessibilità dell’ecoturismo nella Dichiarazione finale, poichè l’ecoturismo non deve rappresentare un settore di mercato riservato a pochi, bensì essere accessibile a tutti senza discriminazioni, preservando allo stesso tempo le risorse naturali e culturali dei luoghi visitati. Nel 2005, il BITS ha anche realizzato, con l’appoggio del WTO, uno studio sui fondamenti e le realtà del turismo sociale e solidale in Africa, studio i cui risultati preliminari sono stati presentati a Dakar in occasione dell’Assemblea generale del WTO.

Infine, il BITS ha dimostrato di essere una vera e propria rete internazionale dell’economia sociale e solidale nel settore turistico; a tale proposito, ha creato collaborazioni con organizzazioni che non si accontentano di opporsi alla globalizzazione liberista, ma che vogliono costruire una globalizzazione alternativa. Ha partecipato a Dakar, nel 2005, al 3° Vertice internazionale dell’economia sociale e solidale organizzato dalla Rete intercontinentale per la promozione dell’economia sociale e solidale (RIPESS) e al Forum internazionale sul turismo solidale e il commercio equo, tenutosi in Chapas (Messico) all’inizio del 2006.
Precisazioni e aggiunte alla Dichiarazione di Montreal

La Dichiarazione di Montreal ha ricordato la pertinenza storica e attuale del turismo sociale in quanto “creatore di sociétà”, “fattore di crescita economica”, “attore dell’assetto territoriale e dello sviluppo locale” e allo stesso tempo “ partner dei programmi di sviluppo mondiale”.

Essa ha permesso di precisare, negli articoli da 13 a 15, i criteri d’identificazione del turismo sociale che non si limitano ai soli aspetti giuridici, malgrado il turismo sociale sia animato e gestito principalmente da attori dell’economia sociale quali le associazioni e le cooperative. Essa ha messo l’accento più che nel passato sulla necessità di proteggere l’ambiente e di rispettare l’identità delle popolazioni locali. La Dichiarazione di Montreal ha introdotto un rapporto di solidarietà tra i turisti e le popolazioni ospitanti che ha come obiettivo uno “sviluppo sostenibile”.

Riaffermando l’attualità e la pertinenza della Dichiarazione di Montreal, adottata nel 1996, i membri del BITS, in sede di Assemblea generale tenutasi a Aubagne nel maggio 2006,

1. ricordano, a precisazione dell’articolo 1, il ruolo delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, indipendenti e democratiche, nella promozione e difesa del diritto di tutte le persone ad un orario lavorativo limitato e alle ferie pagate;

2. precisano che il pieno compimento dell’essere umano, come persona e come cittadino, che costituisce l’oggetto essenziale di qualunque tipo di sviluppo turistico, così come affermato all’articolo 2, riguarda tanto i visitatori quanto i visitati;

3. auspicano che gli attori principali dello sviluppo turistico soggetti alle stesse aspettative di competenza, professionalità e performance, come previsto nell’articolo 7, si adoperino affiché le loro transazioni accrescano il profitto e le ricadute economiche per le popolazioni ospitanti;

4. riaffermano, a integrazione dell’articolo 9, che le popolazioni dei paesi ospitanti devono avere accesso alle proprie risorse turistiche e ai benefici economici del turismo e che i visitatori devono essere accolti senza discriminazioni, privilegiando gruppi poco numerosi al fine di evitare impatti negativi sull’ambiente naturale e culturale;

5. sostengono che particolare attenzione debba essere prestata tanto alle famiglie, ai giovani e alle persone anziane, come menzionato all’articolo 3, quanto alla promozione di viaggi o soggiorni per bambini e adolescenti anche nei periodi di scuola; per molti di loro questi viaggi sono momenti privilegiati di scoperta di altri ambienti e persone e concorrono, dando loro il gusto del viaggio, alla realizzazione di un legame sociale;

6. sostengono che la partecipazione al turismo internazionale delle popolazioni di molti paesi, principalmente nei paesi del Sud e in alcuni paesi dell’Est, non debba essere limitata, attraverso l’uso di misure politiche e amministrative, all’accoglienza dei visitatori e che sia quindi necessario fare degli sforzi a tutti i livelli per garantire la libera circolazione delle persone favorendo l’ottenimento di visti turistici;

7. propongono, in prospettiva di una partecipazione ai programmi di sviluppo mondiale, così come affermato agli articoli 11 e 12, di incoraggiare gli operatori turistici e i visitatori ad appoggiare concretamente e finanziariamente, in uno spirito di solidarietà, progetti di sviluppo nelle comunità locali visitate;

8. affermano che, tra gli attori menzionati all’articolo 12, con i quali é necessario stabilire forme di cooperazione e di collaborazione, bisogna soprattutto includere le associazioni locali di sviluppo senza fini di lucro, le organizzazioni non governative (ONG) di cooperazione e le imprese economiche sociali e solidali impegnate in operazioni di finanza solidale, commercio equo e micro-credito;

9. precisano che una gestione rispettosa del personale, in conformità con le leggi sociali, presentata all’articolo 14 come criterio di identificazione del turismo sociale, deve rispettare i principi stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i diritti fondamentali dei lavoratori e le convenzioni collettive in vigore;

10. proclamano che malgrado i problemi dovuti al terrorismo internazionale e alle catastrofi naturali e vista la necessità di rafforzare la sicurezza internazionale, non solo è indispensabile garantire la crescita del settore turistico, ma soprattutto sarà necessario operare affinchè esso diventi un vero strumento di sviluppo sostenibile, di avvicinamento tra popoli, di dialogo tra culture e religioni, per costruire la pace nel mondo.

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Testo proposto al Collegio e al CDA del BITS da Louis Jolin, professore presso l’École des sciences de la gestion dell’Università del Quebec di Montreal, responsabile del Comitato Scientifico del BITS, in la collaborazione con altri cinque membri del sopra citato comitato, Jaques Chauvin (Francia), Mimoun Hillali (Marocco), Claude Pirard (Belgio), Christian Juyaux (Francia) e Bruno Sarrasin (Canada). Hanno collaborato anche Norberto Tonini (Italia) e François Soulage (France).

Adottato dall’Assemblea Generale del BITS a Aubagne in Provenza il 10 maggio 2006.



1 Fukuyama, Francis, La fine della storia e l’ultimo uomo, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1992

17.6.06

Legambiente e Centro Turistico Acli, accolgono con soddisfazione la proposta della legge quadro sul turismo in Campania

Maturo – Legambiente: questa nuova legge quadro regionale sul turismo ha tutte le potenzialità per dare finalmente il via al turismo responsabile e sostenibile in Campania.

Vitale – ACLI : apprezziamo il richiamo al turismo sociale nel quale siamo fortemente impegnati.


Le due associazioni da anni stanno interagendo con le istituzioni regionali affinché una nuova legislazione regionale possa finalmente valorizzare e sostenere politiche del turismo sociale, sostenibile e responsabile.
In particolare – ha commentato Pino Vitale presidente regionale del CTA - apprezziamo il richiamo al turismo sociale nel quale siamo fortemente impegnati”.
Insieme a Legambiente – continua Vitale - collaboreremo lealmente, come espressione dell’associazionismo turistico campano, con le istituzioni regionali richiamando non solo il necessario intreccio con le politiche sociali e ambientali territoriali, ma puntando anche sull’attivazione dei territori in un circuito virtuoso capace di determinare veri e propri sistemi turistici locali
“Crediamo – aggiunge Carmine Maturo responsabile turismo e Beni Culturali di Legambiente – di aver fatto un buon lavoro di squadra con Istituzioni e associazionismo nazionale del settore turistico presente in Campania. Grazie anche alla nostra presenza nelle varie commissioni istituzionali che si sono succedute,oggi, la legge quadro regionale “promuove e valorizza, anche attraverso l'adozione di apposite misure di sostegno, il turismo sostenibile e responsabile” (art.1 – L). Siamo convinti – continua Maturo – che questa nuova legge quadro regionale sul turismo ha tutte le potenzialità per dare finalmente il via al turismo responsabile e sostenibile in Campania. La legge – conclude Maturo – è però restrittiva per quanto riguarda l’esercizio delle attività turistiche organizzate dalle associazioni senza scopo di lucro, in particolare quelle locali. Su questo ultimo punto il contributo di Legambiente continuerà in sede di confronto con Commissione e Consiglio Regionale.”
Legambiente, con i suoi circoli territoriali farà la sua parte grazie anche al riconoscimento che la legge quadro ha voluto dare alle associazioni ambientaliste.
Anche le ACLI napoletane confermano queste scelte e annunciano che Acli e Cta e Legambiente terranno seminari in tutte le sedi campane sul tema: “il turismo sociale, sostenibile e responsabile nella nuova legge quadro”.

16.6.06

MATTANZA AMBIENTALE in Campania

8 REATI AL GIORNO, 3173 NEL 2005,
CAPITALE DELL’ILEGALITA’AMBIENTALE IN ITALIA
5952 CASE ABUSIVE REALIZZATE NEL 2005
UNA CUPOLA MAFIOSA DI 68 CLAN CHE FATTURA CIRCA 6MILIARDI DI EURO
DIECI MILIONI DI TONNELLATE DI VELENI SVERSATI NEGLI ULTIMI DUE ANNI NEI TERRENI DELLA CAMPANIA FELIX

LEGAMBIENTE PRESENTA ECOMAFIA 2006-IL CASO CAMPANIA
L’ANNUALE RAPPORTO SUI CRIMINI AMBIENTALI

EMERGENZA ABUSIVISMO NEI DUE PARCHI NAZIONALINEL TRIENNIO 2003-2005 REALIZZATE 300 CASE EX NOVO

Piu’ di otto reati al giorno, uno ogni tre ore. La Campania capitale d’Italia per illegalità ambientale, con 3173 infrazioni accertate, 2735 persone denunciate o arrestate e 1606 sequestri effettuati. E ancora ben 5952 case abusive realizzate nel 2005. Circa dieci milioni di tonnellate di veleni di ogni tipi sversati nei terreni della Campania Felix. Un giro d’affari di circa 6miliardi di euro gestito da o’ “sistema” di 68 clan. E’ una vera mattanza ambientale quella in atto nella nostra regione, fotografata da Legambiente nel Rapporto Ecomafia 2006- Il caso Campania, presentato stamane a Napoli, presso l’Istituto Italiano degli Studi Filosofici.
“ Dalle carte giudiziarie, dalle indagini, dalle intercettazioni, dalle inchieste- commenta Peppe Ruggiero, portavoce Legambiente Campania e curatore del Rapporto- si evince con chiarezza le proporzioni della mattanza ambientale in atto. Violenta, aggressiva, cinica anche se non spara e non uccide. Ma attenzione nelle terre dell’ecomafia non si muore, solo perché difficilmente troveremo scritto su un certificato di morte, causa inquinamento da discarica. E sulla sfondo di quella che può essere definita una vera e propria holding di crimine ambientale,tante omissioni, disattenzione ed inefficienza della politica, degli organismi di controllo e del mondo imprenditoriale”.

Ma torniamo ai numeri del Rapporto Ecomafia 2006 di Legambiente. Con 3173 infrazioni accertate, pari al 13,6 del totale nazionale, in lieve calo rispetto lo scorso anno, quando erano 3462 le infrazioni, con 2735 persone arrestate o denunciate e ben 1606 sequestri effettuati, la Campania per l’undicesimo anno consecutivo si conferma la prima regione d’Italia per quanto riguarda i fenomeni di illegalità ambientale. In un paese che mostra una flessione dell’abusivismo edilizio, dovuta allo “sgonfiamento”, peraltro atteso, dell’effetto condono, la Campania rimane stabile con ben 5952 case abusive realizzate nel 2005, solo un centinaio in meno rispetto il 2004. Un’ abusivismo, con tante facce come quella delle oltre 550 le opere abusive scoperte tra il 2005 e i primi mesi del 2006 lungo la Costiera Amalfitana con ben 310 le persone denunciate , una sorta di “epidemia” da cemento illegale. Del resto nel ciclo del cemento la Campania, con 1016 infrazione accertate nel 2005 (nel 2004 erano 915), con ben 1193 persone denunciate e 501 sequestri mantiene saldo, per il secondo anno consecutivo, il primo posto della classifica a livello nazionale. E per la prima volta Legambiente presenta una fotografia dell’abusivismo nel territorio protetto dei due Parchi Nazionali, il Vesuvio e il Cilento. La ricerca condotta sulla base di un questionario inviato agli enti di gestione delle aree protette non si limita a fornire i dati assoluti. I casi di abusivismo edilizio vengono valutati anche nel loro impatto ambientale, grazie alla suddivisione in tre diverse categorie: costruzioni abusive ex novo, cambi di destinazione d’uso rilevanti e abusi di minore entità. A guidare la classifica degli abusi è sempre , la Campania con 722 casi di illegalità accertati tra il 2003 e il 2005 nei territori del Parco Nazionale del Vesuvio e del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano. Di questi 300 riguardano costruzioni ex novo, 167 nel Parco Nazionale del Vesuvio e 133 nel Cilento Vallo di Diano. E davanti a questi diluvio di cemento, in Campania le ruspe hanno spento i motori. Nel 2005, solo 2 abbattimenti eseguiti, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio.

Dal cemento ai rifiuti. E qui che si realizza quella che Legambiente ha chiamato “mattanza ambientale” Una mattanza che non ha la faccia dei morti di guerra di camorra, di corpi trivellati da bossoli, ma di intere porzioni di territorio della regione inquinati dai rifiuti di ogni tipo, li dove ogni giorno vengono coltivati prodotti agricoli e alimentari che finiscono sulle nostre tavole. Una mattanza che vede pezzi dell’Istituzioni, dell’amministrazioni colluse con la criminalità ambientale, colletti bianchi, imprenditori, camorristi, chimici di turno. Una mattanza che esprime tutta la sua ferocia nei numeri. Dall’entrata in vigore del art. 53 bis del Decreto Ronchi, in Campania sono state arrestate 125 persone, 200 quelle denunciate e 88 le aziende coinvolte. Sono ben 17 le inchieste che vedono coinvolte la Campania con diverse procure interessate, da Torre Annunziata a Napoli, da S. Maria Capua Vetere a Nola. E con dieci milioni di tonnellate di veleni sversati, negli ultimi due anni, sull’intera regione, nessuna provincia esclusa. E che siamo davanti ad una mattanza simile ad una guerra di mafia, lo dimostra un’indagine della Direzione Nazionale Antimafia,presentata in anteprima, che attraverso l’incrocio delle risultanze della banca dati curata dalla Guardia di Finanza con quella del Comando dei Carabinieri per la tutela ambiente sono risultate ben 257 le persone e 28 le società monitorate e sotto osservazione della Dna, la maggior parte collegate con l’organizzazione dei Casalesi.

E questi i grandi numeri, ma altrettanto da brividi sono i dati delle discariche abusive scoperte e sequestrate dalle Forze dell’Ordine. Nel 2005, sono 60 le discariche illegali messe sotto sequestro per un’area totale di oltre 150milamq. In testa la Provincia di Salerno, con 24 discariche seguita da quella di Caserta con 20 discariche sequestrate. E in una regione dove ancora deve essere terminato il primo inceneritore, il triangolo Qualiano, Villaricca, Giugliano, la terra dei fuochi come l’avevamo denominata gli scorsi anni, è diventato “inceneritore paese”, dove ormai nell’impunità assoluta, tra la rassegnazione dei cittadini, viene bruciato di tutto, senza distinzione. Un inceneritore a costo zero per le istituzioni, con una gestione assolutamente anarchica, dove chi più ha più scarica. E dove c’e chi invece conta i soldi che ha guadagnato. E dove la bonifica dei territori è all’anno zero, una vera chimera. E ancora un ‘'imprenditore arrestato nell’ operazione “Madre Terra 2” definito dagli inquirenti “il crocevia” dei traffici della camorra. Di lui hanno parlato dodici collaboratori di giustizia.

Il giudizio finale, senza appello, è quello riportato nella relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia: «Le emergenze acquisite inducono sotto questo profilo ad una severa quanto grave presa d’atto: la Campania sembra essersi trasformata nel vero e proprio laboratorio nazionale degli accordi corruttivo-collusivi e delle convivenze perverse tra politica, affari e criminalità con i due settori della sanità e della raccolta e smaltimento rifiuti che spiccano su tutti». E ancora: «In conclusione, le indagini giudiziarie hanno consentito, sinora, di accertare che proprio la gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta la merce di scambio nella camera di compensazione tra affari criminali e affari apparentemente leciti, con l’arbitraggio di settori della politica. Il servizio di raccolta e di smaltimento, come si è visto, è quasi monopolizzato dalla camorra o da imprenditori contigui ad essa. E’ un segmento di mercato che muove centinaia di milioni di euro ogni anno ed è quello che più di ogni altro continua a garantire altissima redditività con scarso rischio d’impresa e, quindi, posti di lavoro».

“Dopo dodici anni di denunce-commenta con amarezza Buonomo, presidente regionale Legambiente- rischia di venire meno anche quel barlume di speranza che abbiamo contribuito a tenere acceso tra le comunità locali, tra i tantissimi cittadini onesti per nulla disponibili a chinare la testa e tapparsi il naso. La mattanza ambientale in atto- prosegue Buonomo- richiedono l’adozione di un piano nazionale specifico di sicurezza ambientale, che veda il coinvolgimento attivo delle amministrazioni locali ma, soprattutto, un deciso intervento del governo, ad esempio attraverso il ruolo di coordinamento svolto dalle Prefetture.”E’ indispensabile, allora, che si dia corso a quell’azione di controllo del territorio, coordinata tra le varie forze dell’ordine, che abbiamo ribattezzato, nella precedente edizione del Rapporto Ecomafia, come “Operazione primavera”. Ed è fondamentale che proseguano e vengano approfonditi gli studi già avviati sulle aree di rischio e gli impatti sanitari degli smaltimenti illeciti. “Riteniamo- conclude Buonomo- infine, che questi territori, inseriti insieme al litorale domizio-flegreo e all’agro aversano tra i siti d’interesse nazionale da bonificare, debbano avere, per quanto possibile, la precedenza: sia in considerazione dell’elevata densità abitativa sia per la presenza, ancora diffusa, di importanti produzioni agro-alimentari, commercializzate su tutto il territorio nazionale e non solo. “
TUTTI I NUMERI DELL’ECOMAFIA 2005 CAMPANIA 3173 infrazioni accertate,2735 persone denunciate o arrestate,1606 sequestri- Prima regione italiana 1016 infrazioni accertate pari al 15,6% del totale nazionale, 1193 persone denunciate, 501 sequestri effettuati nel ciclo del cemento, prima regione d’Italia 514 infrazioni accertate pari a 13,6% del totale nazionale, 507 persone denunciate o arrestate, e 206 sequestri effettuati. Seconda regione italiana dopo la Puglia 5952 case abusive realizzate nel 2005 Circa 6 miliardi di euro il business potenziale dell’ecomafia campana(tra mercato illegale ed investimenti a rischio) 68 clan che gestiscono gli affari dell’ecomafia in Campania Oltre 550 opere abusive scoperte nel 2005 e nei primi mesi dell’anno, in costiera amalfitana. Più di uno al giorno. Il tutto corredato dalla denuncia di ben 310 persone. Nel 2005 solo due abbattimenti, nel Parco Nazionale del Vesuvio Su 600 ditte partecipante ad appalti pubblici passate al setaccio in tutta la Regione, ben 182 sono state bloccate perché in odore di camorra. Cifre contenute nella Relazione della Commissione parlamentare Antimafia della precedente legislatura presieduta dal senatore Roberto Centaro. Dall’entrata in vigore del art. 53bis del Decreto Ronchi, in Campania sono state arrestate 125 persone, 200 quelle denunciate e 88 le aziende coinvolte Dieci milioni di tonnellate di veleni altamente cancerogeni sversate negli ultimi due anni nell’intero territorio regionale, nessuna provincia esclusa. Secondo le principali operazioni delle forze dell’ordine, nel solo 2005 sul territorio regionale sono state sequestrate 60 le discariche illegali per 150mila mq messe sotto sequestro. In testa la Provincia di Salerno, con 24 discariche per una superficie abusiva di rifiuti pari a 74milamq. Segue la Provincia di Salerno con 20 discariche sequestrate e 52mila mq di superficie sottoposta a sequestro giudiziario. 300 case abusive realizzate nel triennio 2003-2005, nei Parchi Nazionali Del Vesuvio e Cilento Vallo di Diano 29 sequestri di strutture abusive effettuata dai Carabinieri nel triennio 2003-2005 per un valore di 10milioni di euro



12.6.06

LEGAMBIENTE: NAPOLI - MOIARIELLO, UN PARADISO DIMENTICATO…IL MUSEO DI CAPODIMONTE POTREBBE ESSERE UN’OPPORTUNITA’ CONTRO IL DEGRADO


NAPOLI - Ancora degrado e abbandono al Moiariello,“Un paradiso abbandonato…”, un territorio nei pressi di uno dei più importanti Musei d’Italia, un itinerario che potrebbe rappresentare un ulteriore potenzialità turistica per chi sceglie Napoli come destinazione di vacanza.In questi giorni un altro atto criminale è stato commesso nella zona del Moiariello a Capodimonte.A rimetterci, ancora una volta, cittadini onesti che hanno scelto di vivere in quest’angolo di paradiso …Legambiente/Neapolis 2000, da anni impegnata sul territorio per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del territorio lancia un appello affinché istituzioni, associazioni e cittadini, ogni uno per la propria parte, contribuiscano a rendere più vivibile “Questo paradiso dimenticato…”. Sono anni che Neapolis 2000 di Legambiente è impegnata sul territorio organizzando numerose iniziative per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul degrado che regna nella zona: microdelinquenza, mobilità pubblica e privata, raccolta rifiuti e spazzamento, pulizia fogne, disinfettazione e disinfestazione, manutenzione stradale ordinaria e straordinaria (da dicembre è ceduta una parte di una carreggiata di via Ottavio Morisani e nessun intervento fino ad ora è stato effettuato per riparare la “frana annunciata”, muri di contenimento pericolosi, buche ovunque…)Il Moiariello – commenta Carmine Maturo responsabile Turismo e Beni Culturali di Legambiente Campania – è un Paradiso abbandonato…con panorama mozzafiato eppure offre una potenzialità turistica incredibile perfino a chi la vive ogni giorno. Solo quest’anno, oltre mille visitatori sono stati accompagnati dal nostro circolo Neapolis 2000 con l’obiettivo di esaltare le bellezze paesaggistiche presenti lungo un percorso creato ad hoc (http://www.capodimonte.org/) e attirare l’attenzione delle istituzioni sul degrado presente sul territorio. – Credo sia giunto il momento - conclude Maturo – di metterci assieme: istituzioni, associazioni e cittadini, per concordare e sperimentare strategie adeguate affinché il panorama del Moiariello e il Parco e il Museo di Capodimonte con le sue collezioni e grandi mostre diventino un’opportunità contro il diffuso degrado del territorio circostante. Questo è un invito…”

entra in vigore La Convenzione europea del paesaggio

Il Ministero degli Esteri ha comunicato l'entrata in vigore della Convenzione europea del paesaggio fatta a Firenze il 20 ottobre 2000.
Ecco il link della convenzione
http://www.bap.beniculturali.it/attivita/tutela_paes/convenzione.html

10.6.06

Al via la nuova Agenzia Nazionale del Turismo



Ottaviani: “Tutto il sistema turistico parteciperà al governo dell’Agenzia”
Molte le novità rispetto all’Enit nella nuova Agenzia Nazionale del Turismo varata oggi con la pubblicazione del decreto istitutivo del Presidente della Repubblica n. 207. Lo afferma il Commissario Straordinario dell’Enit Amedeo Ottaviani, rilevando che l’Agenzia sarà un ente pubblico non economico e vedrà partecipi del suo governo tutte le componenti del sistema turistico italiano, dal Governo presente con rappresentanti dei ministeri delle Attività produttive e degli Esteri, alle regioni presenti con sei membri oltre al coordinatore degli assessori regionali al turismo, alle principali categorie del settore presenti con tre membri, all’Unioncamere che rappresenta il vasto mondo delle camere di commercio. “È un’autentica svolta - osserva Ottaviani - che rende possibile un quadro di comando pluralistico di un organismo che ha compiti molto ampi e deve operare al servizio di tutti i molteplici interessi promo-commerciali del settore turistico, anche in collegamento con altre attività economiche, culturali e ambientali a sostegno delle produzioni di qualità”. “Ritengo molto importante - ha aggiunto Ottaviani - la nuova sede del Comitato nazionale del turismo come cabina di regia della stessa promozione turistica, poiché ha tra le sue funzioni quella di dettare l’indirizzo programmatico delle attività dell’Agenzia, mentre il Comitato tecnico consultivo con funzioni di consulenza rappresenterà le istanze nel campo della promozione di tutte le componenti istituzionali, dallo Stato alle regioni, alle autonomie locali e del mondo produttivo”. Infine, secondo Ottaviani “l’Agenzia potrà provvedere al suo funzionamento attraverso varie fonti come i contributi dello Stato, delle regioni e di altri organismi pubblici e, al tempo stesso, potrà attingere ai proventi derivanti dalla vendita di beni e servizi o a soggetti esterni, ricevere sponsorizzazioni e costituire o partecipare a enti, società e consorzi aventi scopi analoghi e affini”.

9.6.06

La guida Blu 2006 di Legambiente


Le Cinque Terre regine del mare di qualità,
il Tirreno e la Sardegna a vele spiegate

Ecco i premi estivi di Guida Blu 2006 di Legambiente pubblicata dal Touring Club Italiano.
Nella top 10 Castiglion della Pescaia, Arbus, Bosa e Villasimius. Nel libro del mare 100 itinerari di snorkeling, 50 grotte, 50mila eco-letti

Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso: le Cinque Terre quest'anno salgono sul gradino più alto del podio della Guida Blu 2006 di Legambiente pubblicata dal Touring Club Italiano. Subito a seguire altre 9 località balneari premiate con le "cinque vele", il punteggio massimo, che completano la top 10 di Guida Blu 2006: Castiglion della Pescaia, Arbus, Bosa, Capalbio, Pollica Acciaroli e Pioppi, Villasimius, Isola del Giglio, Portovenere e Otranto.
Sono questi i comuni dell'eccellenza turistica balneare che alla bellezza del paesaggio e alla qualità delle acque, hanno saputo coniugare una corretta gestione del territorio, interventi e politiche in linea con il rispetto dell'ambiente, una buona funzionalità dei servizi. Per essere elette da Legambiente le regine del turismo di qualità hanno infatti superato ben 128 esami su qualità dell'ambiente marino, servizi efficienti, rifiuti, energia, strutture sanitarie e offerta enogastronomica.
La Guida Blu 2006 è stata presentata oggi a Roma da Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, Michele D'Innella, direttore editoriale del Touring Club Italiano e Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente oltre ai sindaci delle dieci località premiate con le cinque vele.
La Liguria con le Cinque Terre si aggiudica dunque il primo posto per la qualità dell'offerta turistica ma un segnale importante arriva dalla Sardegna che piazza 28 località in classifica e ben tre tra le prime dieci (Arbus e Bosa sono infatti in terza e quarta posizione e Villasimius è settima). E fa piacere trovare la Sardegna così in alto, dal momento che nell'isola sono state adottate forse le norme salvacoste più avanzate d'Italia. Il 2006 è proprio l'anno del Tirreno "pigliatutto" visto che molte fra le prime classificate si affacciano su questo mare. Castiglion della Pescaia cede il primo posto alle Cinque Terre, conquistando però il secondo. Entra per la prima volta tra le prime dieci la toscana Capalbio (quinta) mentre sale di qualche gradino Pollica, la perla del Cilento al sesto posto. L'Isola del Giglio scende all'ottavo e la ligure Portovenere al nono. Chiude la classifica delle "magnifiche dieci" Otranto.
La Guida Blu 2006 (320 pagine a colori, 300 foto, disponibile in libreria a 18euro) accanto alla top dieci, riporta altre 256 località balneari - con giudizi che vanno da una a quattro vele - e descrive ben 315 deliziose spiagge e le indicazioni per raggiungerle.
La classifica di quest'anno sottolinea ancora una volta il valore delle aree protette. Ben cinque località sulle dieci prime classificate sono infatti situate all'interno di parchi nazionali o regionali a dimostrazione del fatto che queste realtà costituiscono un sistema dinamico tutt'altro che ingessante.
Sempre più completa anche quest'anno la Guida Blu riporta una nutrita sezione interamente dedicata allo snorkeling, l'attività di esplorazione dei fondali marini con un elenco di ben 100 itinerari sommersi. C'è poi la sezione dedicata alle grotte marine, un piccolo estratto di un grande lavoro di censimento realizzato lungo i nostri litorali dal ministero dell'Ambiente che ci porta a scoprire questi tesori. Spesso intarsiate come scrigni nelle rocce, le grotte marine custodiscono atmosfere incontaminate e offrono panorami suggestivi. Legambiente ha scelto quelle più accessibili e più affascinanti fornendo preziose indicazioni per raggiungerle e visitarle in totale sicurezza.
Come tradizione troviamo la sezione Pescaturismo, con l'elenco aggiornato di 74 cooperative dedite a questa attività. E poi ancora l'elenco degli alberghi per l'ambiente, oltre 300 strutture ricettive che hanno sottoscritto un impegno con Legambiente per migliorare la loro sostenibilità: quasi 50.000 posti letto sparsi lungo la penisola, un numero considerevole che testimonia una volontà ormai diffusa di caratterizzare anche l'iniziativa turistica privata in chiave ambientale.
"Gran parte dei flussi turistici nel nostro Paese sono attratti dal mare, - ha commentato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - si stima che questa risorsa valga, solo per quel che riguarda il reddito delle attività collegate alle spiagge, 13 miliardi di euro, circa l'1% del Pil, (quando la fruizione della risorsa mare si attesta intorno al 10% del Pil). Questo significa che se le buone pratiche messe in atto dai comuni che hanno ottenuto le 5 vele fossero applicate in maniera più diffusa - continua Della Seta - non ci sarebbe solo un vantaggio ambientale ma anche economico, soprattutto per le tantissime località del Mezzogiorno che sono spesso le più ricche di luoghi di grande pregio naturalistico ma che soffrono in molti casi di abusivismo, speculazione, assenza di depurazione, degrado. E' proprio questo lo scopo di Guida Blu. Fornire esempi positivi che spingano altri amministratori a seguirli".
"Con questa guida - afferma Michele D'Innella, direttore editoriale Touring - il Tci e Legambiente realizzano per il sesto anno consecutivo uno strumento di grande valore educativo volto a diffondere la cultura del rispetto per il nostro patrimonio ambientale. Una cultura propria di entrambe le nostre associazioni che, pur con storie diverse, si oppongono al degrado delle coste e promuovono un modello di sviluppo sostenibile, rispettoso in egual misura delle esigenze dei turisti, dell'ambiente e delle comunità ospitanti. Coerentemente con i nostri obiettivi e le nostre competenze, infatti, questa Guida Touring unisce alla valutazione delle acque e delle spiagge effettuata dalla Goletta Verde l'analisi e la descrizione complessiva dell'ambiente, dei beni culturali, del paesaggio, della cultura enogastronomica e artigianale - in breve, degli attrattori turistici - delle località segnalate. Affinché tra le componenti di una vacanza ci sia non solo il piacere di nuotare in acque pulite ma anche quello di contemplare un paesaggio integro, di visitare un antico borgo, di gustare i sapori e le tradizioni del mare".
La Guida Blu è frutto del lavoro svolto da Goletta Verde durante i suoi anni di navigazione ma anche del patrimonio di conoscenze delle centinaia di gruppi locali di Legambiente. Nasce nel 1996, come Ecosistema Vacanze, un dossier di Legambiente che valuta le località costiere italiane coniugando i parametri propriamente turistici con indicatori della qualità ambientale. L'intento è quello di restituire la gradevolezza delle località, premiando quelle dove il confort meglio si fonde con l'autenticità. Non solo mare pulito, quindi, ma anche ambiente tutelato e qualità dell'offerta, dai servizi alle strutture ricettive, dall'interesse del centro storico all'offerta enogastronomia.
E' bene specificare che tutte le località prese in considerazione hanno totalizzato un punteggio superiore alla sufficienza: come dire che ognuna delle 266 località presenti nella Guida Blu merita di essere scelta come meta per una vacanza più o meno breve, per una gita durante il fine settimana o almeno per una visita. Su ognuno di questi comuni sono stati raccolti dati sulle caratteristiche ambientali e ricettive, integrati con le valutazioni espresse dai circoli di Legambiente e dall'equipaggio della Goletta Verde di Legambiente. Il giudizio attribuito a ciascuna località, dalle 5 vele assegnate alle dieci migliori fino ad una vela, è dunque il frutto di valutazioni ricche ed approfondite.
Ma torniamo alle motivazioni che hanno determinato il riconoscimento delle cinque vele da parte di Legambiente per il 2006.

Cinque Terre (La Spezia)
La vetta della classifica per i cinque borghi marinari delle Cinque Terre premia la costante ricerca da parte del parco nazionale delle Cinque Terre di un connubio ottimale tra sviluppo e ambiente. L'ospitalità e i servizi regolati dal marchio di qualità e l'incremento delle aree tutelate nell'area marina protetta sono solo alcuni aspetti del modello di gestione più studiato al mondo. Il mare ringrazia di tutto questo e sorridono i delfini tornati a far tappa fissa nelle acque delle Cinque Terre.

Castiglion della Pescaia (Grosseto)
Migliora la raccolta differenziata, portata al 38%. Sul fronte delle energie rinnovabili prosegue il processo di sensibilizzazione dei cittadini e le operazioni di incentivazione per i residenti che desiderano installare i pannelli solari. Nonostante il notevole afflusso turistico durante i mesi estivi si mantengono in buono stato di conservazione gli arenili, le dune costiere e la pineta litoranea. Molto buona la qualità delle acque di balneazione.

Arbus (Medio Campidano), Bosa (Oristano) e Villasimius (Cagliari)
Arrivano in quest'ordine le tre località sarde a cinque vele, tutte di grande fascino naturalistico. Consistenti gli interventi delle amministrazioni locali impegnate fortemente nell'attuare il recentissimo piano paesaggistico, approvato lo scorso 25 maggio, per tutelare la fascia costiera per 2 km dal mare. In particolare Arbus, inserita al terzo posto, dove l'amministrazione comunale sta portando avanti un progetto di conservazione delle famose dune bianche di Piscinas. Mentre a Bosa, quarta classificata, oltre alle varie iniziative di tutela ambientale della costa, l'amministrazione comunale ha fatto investimenti per la salvaguardia dell'areale del grifone. La nuova entrata sarda, al settimo posto, è Villasimius che ha rinnovato il suo impegno per potenziare e rafforzare la gestione e tutela dell'area marina protetta di Capo Carbonara.

Capalbio (Grosseto)
Quinto posto e cinque vele per il notevole impegno riversato nella protezione e conservazione della fascia costiera. Sul fronte delle energie alternative è in fase di progettazione presso il Comune lo sportello informativo al pubblico sulle fonti di energia rinnovabili. L'Amministrazione riversa particolare attenzione agli aspetti legati all'agricoltura e alla valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali. Notevole incremento delle iniziative volte alla promozione del territorio e alla valorizzazione delle tradizioni locali.

Pollica, Acciaroli e Pioppi (Salerno)
Il sesto posto in classifica va a Pollica, con le località costiere di Acciaroli e Pioppi. La spiaggia di Pollica è situata all'interno del Parco Nazionale del Cilento, ma oltre al grande interesse naturalistico dell'area e alla bellezza del centro abitato, immerso nel verde della collina, la Guida Blu premia quest'anno la qualità dei servizi. In particolare, lo sviluppo della raccolta differenziata e quello dei servizi per portatori di handicap. Inoltre il comune sta portando avanti molteplici iniziative volte a sensibilizzare la coscienza ambientale tra cui la gara di pedalò per non vedenti che ha visto una grande partecipazione.

Isola del Giglio (Grosseto)
In rilievo la valorizzazione della rete sentieristica interna e le politiche adottate per la salvaguardia e il rispetto dell'ecosistema marino. Si mantiene ottima la qualità delle acque di balneazione. Prosegue la campagna di promozione delle produzioni di qualità e il provvedimento che limita lo sbarco di autovetture nei mesi estivi. Migliora il ciclo delle acque e la raccolta differenziata rafforzata da campagne di sensibilizzazione.

Portovenere (La Spezia).
Prosegue il cammino intrapreso anni fa da questo comune stretto tra il Golfo dei Poeti, lo sperone di roccia di Punta San Pietro e le isole Palmaria, Tino e Tinetto. La volontà di migliorare la qualità delle acque attraverso l'allacciamento fognario al depuratore della Spezia si unisce alla ri-nascita di nuove spiagge balneabili sottratte all'abbandono dei decenni passati. Il tutto sotto l'egida del Parco Naturale Regionale di Portovenere, determinato a porre alla base dello sviluppo turistico-economico la tutela e il recupero del territorio. Forte di questo riconoscimento anche l'aspettativa per l'imminente abbattimento dello Scheletrone di Palmaria, per il quale la Regione Liguria ha già stanziato i fondi.

Otranto (Lecce)
Perde qualche posto ma si conferma anche per quest'anno nelle prime dieci posizioni. Salvaguardia della costa, lotta alle concessioni demaniali "selvagge" con l'adozione di un piano coste come variante al Piano regolatore. Ennesimo ricorso vinto contro la costruzione di un villaggio turistico a sud di Otranto, nonostante i pareri positivi della regione Puglia e della soprintendenza. E' tra i comuni più attivi per l'istituzione del Parco marino costiero Otranto Santa Maria di Leuca. Uno speciale vincolo che equipara la costa a gariga alle zone pinetate impedendo l'edificazione.

1.6.06

Vacanze in Albania



Ricevo e con piacere pubblico


Buongiorno!!!!
L'Albania è un paese bellissimo, noi siamo albanesi e vogliamo costruire un presente ed un futuro nel nostro paese e qui vogliamo rimanere. Siamo 8 ragazze e ragazzi che si sono messi insieme definendo un obiettivo lavorativo e un relativo percorso formativo. Per pagare questo percorso formativo ci aiutano i nostri genitori e qualche lavoro saltuario ma i soldi non sono sufficienti. Allora ci siamo guardati intorno e ci siamo resi conto che il nostro paese offre tante bellezze naturalistiche, di storia, di tradizione e così abbiamo creato http://www.bathorebeach.net/.

Tramite questo sito internet la gente può entrare in contatto con noi per venire a visitare l'Albania e noi li ospiteremo nelle nostre case, faremo per loro da guide in giro per l'Albania: visiteranno il mare e la montagna, ascolteranno la tradizione dagli anziani del paese, mangeranno cibi del posto... in cambio di un piccolo contributo per i nostri studi.

Noi con questo progetto vogliamo essere un esempio per tutti quegli albanesi che invece scappano dall'Albania in cerca di "fortuna". Nelle scorse settimane molti media nazionali albanesi ci hanno dato grande visibilità potendo così lanciare questo messaggio alla nazione ma per noi è importante ora raggiungere l'obiettivo ospitando i turisti nel nostro programma turistico e dimostrando al paese la buona riuscita del progetto.

Chiedendovi di dare visibilità al progetto rimaniamo a disposizione per ulteriori informazioni e vi ringraziamo tanto della collaborazione.

Rajmonda, Bukurie, Ardison, Elvira, Aleksander, Merita, Roland e Mirjeta
I ragazzi di Bathore


Per contatti diretti:
Erjona Shahini +355.692.335353 (Albania)
info@bathorebeach.net