16.8.06

Borsa del turismo archeologico

Torna a Paestum (Salerno) la Borsa del Turismo Archeologico e giunge alla nona edizione, dal 16 al 19 novembre. Ospite d'onore di questa edizione 2006 sarà la Grecia dopo l'Egitto, il Marocco, la Tunisia, la Siria, la Francia e l'Algeria. Al salone espositivo, dislocato su un'area complessiva di circa 15.000 mq, ogni anno sono presenti operatori da tutto il mondo, mentre all'Enit è affidata la partecipazione dei buyer esteri per l'incontro professionale con l'offerta italiana. Si terranno gli ArcheoIncontri, per dare alle istituzioni, alle università, alle soprintendenze, agli enti locali e alle aziende private l'opportunità di confrontarsi su progetti e attività.

10.8.06

TURISMO: BENE IL 2006. 4 MILIONI LE PRESENZE NEL BEL PAESE

Turismo in crescita quest'estate in Italia. Secondo una ricerca svolta dal centro studi di Fipe-Confcommercio, nei mesi estivi dovrebbero arrivare 860mila turisti in piu' che, in base a una durata media di soggiorno, totalizzeranno 4 milioni di presenze aggiuntive: un segmento in grado di generare da solo un giro d'affari da 300 milioni di euro. In particolare, l'amor patrio, rispolverato per la vittoria dei mondiali di calcio, i timidi segnali di crescita economica e soprattutto la stanchezza per aver stretto troppo la cinghia hanno convinto gli italiani a scegliere le mete nostrane. La ricerca e' stata condotta su un campione di 260 imprese fra ristoranti, bar, gelaterie, discoteche, stabilimenti balneari, rifugi alpini, parchi a tema e centri benessere nelle aree piu' importanti e rappresentative del Paese. Complessivamente, nel quadrimestre giugno-settembre, a prescindere dalla modalita' di vacanza scelta dai turisti, afferma l'indagine, il loro numero moltiplicato per i giorni di permanenza, fara' ammontare a 500 milioni le presenze. I mesi preferiti rimangono in ogni caso luglio e agosto. La spesa degli italiani per le vacanze rimane comunque ben calibrata, nonostante i prezzi siano rimasti invariati per il 73% degli esercenti; si preferisce risparmiare su alberghi, pensioni, bungalow scelti dal 37,3% delle persone rispetto alle abitazioni private preferite dal 62,7%. Il resto della spesa viene cosi' destinato a divertimenti di vario genere, dai centri benessere alle gelaterie e stabilimenti balneari, ma si consuma anche in bar, ristoranti e pizzerie. Meno attraenti, invece, i rifugi alpini e le discoteche. In cima alle preferenze degli italiani c'e' il mare (soprattutto il tratto di costa dall'alto adriatico alla romagnola) e le citta' d'arte; meno richiesti, invece, i centri minori e la montagna, mentre decisamente in calo risulta essere il soggiorno al lago. A livello di moda, oltre al bicchier d'acqua, meglio se minerale, vanno alla grande scelte alimentari improntate sul salutismo: piatto unico, frutta, verdura, gelati, birra e pizza. Bene anche i succhi di frutta e il vino bevuto con moderazione. Decisamente rifiutati, invece i pasti completi, aperitivi e alcolici. ''L'aumento degli italiani in vacanza - afferma il presidente di Fipe, Lino Stoppani - con un trend positivo del settore segnala una ripresa economica in atto. Gli operatori turistici hanno investito sulla qualita' dell'offerta, adattandola alle esigenze in continua evoluzione della clientela. Tutto cio' unito ad una maggiore attenzione alla politica dei prezzi ha portato ad un recupero significativo di quote di mercato, come testimonia l'incremento delle destinazioni nazionali operata da molti italiani che in passato preferivano la convenienza di mete esotiche. Una tendenza - conclude Stoppani - in linea con il programma del vicepremier, Francesco Rutelli, che ha trasmesso ottimismo e fiducia importanti a consolidare una ripresa nel Paese''.

5.8.06

Italia: vantaggi del turismo responsabile nelle aree di pregio

Turismo responsabile in aree di pregio da WWF Il secondo rapporto dell'Osservatorio Turismo & Natura istituito dal WWF mette in risalto i vantaggi per l'ambiente e le comunità locali derivanti dal turismo sostenibile nelle aree di pregio Il turismo sostenibile fa bene all'ambiente e alle comunità locali. E’ un volano per l’indotto, migliora l’estetica dei paesi e aumenta il senso di appartenenza delle comunità locali. E’ quanto emerge dal e da Legacoop turismo, Associazione italiana Guide Ambientali escursioniste (Aigae), Federcultura, turismo e sport (Confcooperative), che ha analizzato la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del turismo in aree ad alto valore naturalistico. L’indagine ha coinvolto 238 cooperative, società, associazioni operanti in territori naturalisticamente rilevanti e dalle riposte a una serie di domande sono emersi dati molto interessanti. Il 41,67% delle imprese intervistate dichiara di avere più di 10 realtà economiche collegate per le proprie attività: nell’85% dei casi si tratta di altri operatori del turismo, nel 58% di associazioni culturali e nel 53,33% di società di servizi. Come messo in evidenza dal 50 % degli operatori, il 100% degli addetti fissi dell’impresa appartengono alle comunità locali delle aree in cui si svolgono le attività. Oltre ad offrire occupazione, il turismo naturalistico è visto di buon occhio: per il 60 % degli intervistati le comunità locali hanno una considerazione positiva delle attività di turismo e natura e il 51,67% dichiara che non ci sono mai stati conflitti legati alla presenza di turisti sul territorio. I vantaggi per il territorio del resto sono molti. Il turismo ha contribuito al suo miglioramento estetico (45%) al recupero del centro storico (41,67%) e al miglioramento degli esercizi commerciali (40) senza portare, come dice il 61,67% degli intervistati, a un aumento dei prezzi e del costo della vita per gli abitanti locali. Infine ha sviluppato il senso di appartenenza (43,33%) e di identificazione della comunità con l’area di interesse naturalistico (43,33%) e nel 35 % dei casi ha anche portato al cambiamento d’opinione di chi era contrario all’istituzione dell’area protetta. Se da un lato, l’indagine mette in evidenza come negli ultimi anni la sensibilità dei turisti sia cresciuta conplessivamente di quasi il 27 per cento (il rispetto degli elementi naturali è al 58,33%, attenzione alla raccolta differenziata è del 40%) non mancano gli impatti negativi del turismo. Prima di tutto i rifiuti (67%), poi i danni a sentieri provocati da cavalli, mountain bike, moto, passaggi fuori sentiero, che costituiscono il 46,67%, il traffico (41,67%) e l’asportazione e il danneggiamento di elementi naturali (40%). Tutti problemi che possono essere evitati con un pò di accortezza dei gestori delle aree protette e con piani di capacità di carico turistico, riqualificando i sentieri più battuti e chiudendo le strade secondarie al traffico. Dal rapporto infatti emerge che nel 70% dei casi manca all’interno dell’impresa una certificazione o carta di qualità che contiene riferimenti specifici di attenzione alla sostenibilità ambientale,secondo rapporto dell’Osservatorio Turismo & Natura istituito dal WWF e da Legacoop turismo, Associazione italiana Guide Ambientali escursioniste (Aigae), Federcultura, turismo e sport (Confcooperative), che ha analizzato la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del turismo in aree ad alto valore naturalistico. L’indagine ha coinvolto 238 cooperative, società, associazioni operanti in territori naturalisticamente rilevanti e dalle riposte a una serie di domande sono emersi dati molto interessanti. Il 41,67% delle imprese intervistate dichiara di avere più di 10 realtà economiche collegate per le proprie attività: nell’85% dei casi si tratta di altri operatori del turismo, nel 58% di associazioni culturali e nel 53,33% di società di servizi. Come messo in evidenza dal 50 % degli operatori, il 100% degli addetti fissi dell’impresa appartengono alle comunità locali delle aree in cui si svolgono le attività. Oltre ad offrire occupazione, il turismo naturalistico è visto di buon occhio: per il 60 % degli intervistati le comunità locali hanno una considerazione positiva delle attività di turismo e natura e il 51,67% dichiara che non ci sono mai stati conflitti legati alla presenza di turisti sul territorio. I vantaggi per il territorio del resto sono molti. Il turismo ha contribuito al suo miglioramento estetico (45%) al recupero del centro storico (41,67%) e al miglioramento degli esercizi commerciali (40) senza portare, come dice il 61,67% degli intervistati, a un aumento dei prezzi e del costo della vita per gli abitanti locali. Infine ha sviluppato il senso di appartenenza (43,33%) e di identificazione della comunità con l’area di interesse naturalistico (43,33%) e nel 35 % dei casi ha anche portato al cambiamento d’opinione di chi era contrario all’istituzione dell’area protetta. Se da un lato, l’indagine mette in evidenza come negli ultimi anni la sensibilità dei turisti sia cresciuta conplessivamente di quasi il 27 per cento (il rispetto degli elementi naturali è al 58,33%, attenzione alla raccolta differenziata è del 40%) non mancano gli impatti negativi del turismo. Prima di tutto i rifiuti (67%), poi i danni a sentieri provocati da cavalli, mountain bike, moto, passaggi fuori sentiero, che costituiscono il 46,67%, il traffico (41,67%) e l’asportazione e il danneggiamento di elementi naturali (40%). Tutti problemi che possono essere evitati con un pò di accortezza dei gestori delle aree protette e con piani di capacità di carico turistico, riqualificando i sentieri più battuti e chiudendo le strade secondarie al traffico. Dal rapporto infatti emerge che nel 70% dei casi manca all’interno dell’impresa una certificazione o carta di qualità che contiene riferimenti specifici di attenzione alla sostenibilità ambientale, mentre ben il 55% degli intervistati non è a conoscenza del fatto che il Ministero dell’Ambiente ha definito per le attività turistiche nei parchi un marchio di qualità

3.8.06

Turismo: Unioncamere, le mete degli europei in Italia


Roma – Per quanto riguarda il turismo delle città d’arte, i nord-europei, tedeschi, svizzeri e belgi/olandesi si sono lasciati incantare dalla citta' di Firenze mentre gli europei dell'Est, i francesi, gli inglesi e gli spagnoli hanno scelto Roma. L'indagine ha riscontrato che la quota di richieste pervenute dai turisti stranieri ai tour operator europei e' scesa dall'88,8% delle preferenze del 2005 all'80,4% del 2006. Unioncamere specifica che il calo delle presenze turistiche riguarda tutte le nazioni e sono, inoltre, in calo i turisti che si rivolgono agli intermediari per organizzare le proprie vacanze. Per il turismo italiano, buone notizie giungono, secondo la ricerca, dal mercato tedesco: quest'anno, infatti, l'Italia ha raggiunto il 43,1% dei viaggi venduti. Sono cresciute, inoltre, attestandosi al 44% (ben 10 punti in piu' rispetto al 2004) le richieste di viaggio per l'Italia da parte di svizzeri e scandinavi. Nei mercati dell'Est, spiega in una nota Unioncamere, l'Italia non e' la meta prescelta: infatti e' passata dal 52% del 2003 al 43,6%. Stabile, invece, la richiesta proveniente da Spagna e Austria, mentre la Francia nel 2006 torna a crescere dopo la battuta d arresto dell’ anno scorso. Citta' d'arte, itinerari e mare attirano sempre, infine, i mercati d'Oltralpe.

1.8.06

TURISMO: PARTE CAMPAGNA PER FAR TORNARE ITALIA LEADER

ROMA - "Raccontateci le vostre vacanze all'estero per migliorare le vacanze di tutti in Italia". E' lo slogan, o meglio la richiesta che la presidenza del Consiglio dei ministri rivolge a tutti gli italiani che preferiscono trascorrere le vacanze all'estero piuttosto che in Italia, per avere indicazioni su come migliorare l'organizzazione del settore nel nostro paese. Su questo interrogativo è infatti centrata la nuova campagna di comunicazione presentata oggi dal vice presidente del Consiglio, con delega al Turismo, Francesco Rutelli. "Se mi chiedete quanti sono gli italiani che vanno all'estero in vacanza - ha esordito Rutelli - rispondo che sono troppi. Dobbiamo dunque recuperare una capacità di far fare le vacanze agli italiani in Italia, ma per questo noi dobbiamo avere l'umiltà di farci raccontare anche da loro cosa dobbiamo imparare". "Noi siamo campioni del mondo - ha proseguito con riferimento alle caratteristiche del Paese - per bellezza, cultura e paesaggi, ma abbiamo purtroppo perso in capacità di attrazione ed è dunque necessario recuperare le posizioni perdute. Se negli anni '70 eravamo al primo posto nel mondo - ha ricordato - ora siamo scesi al quinto, ma l'obiettivo di questo governo è quello di tornare ad essere campioni del turismo mondiale in 10 anni". Secondo Rutelli, il primo problema da affrontare è quello dell'organizzazione del settore, ma anche nel campo rapporto qualità -prezzo c'é da lavorare: non tanto nel settore alberghiero, cui il vice premier ha riconosciuto lo sforzo di tenere bassi in prezzi in questa ultima stagione quanto in altri servizi come i pubblici esercizi e i trasporti. Illustrati nella conferenza stampa anche i manifesti connessi all'iniziativa, in cui figura in grande la dicitura "Bentornati! Alla grande squadra che farà vincere l'Italia". Il "Dialogo" con gli italiani che il governo si propone avrà inoltre uno dei suoi principali strumenti su Internet, sul sito "http://www.turistiprotagonisti.it/" ma si potrà fornire i propri suggerimenti anche con un Sms al numero 48235.

RUTELLI, PUO' FAR CRESCERE PIL DELLO 0,5% L'ANNO
Con un adeguato impegno "il turismo può far crescere il Pil dello 0,5% l'anno".
Lo ha sottolineato il vicepremier Francesco Rutelli, presentando alla stampa la nuova campagna di comunicazione varata dalla presidenza del Consiglio dei ministri per raccogliere le opinioni dei turisti italiani sulle vacanze all'estero. "Stiamo lavorando ventre a terra per la stagione 2007", ha rilevato ancora Rutelli, annunciando che i dati raccolti con la nuova campagna saranno pronti entro ottobre, ma che ve ne sarà già una significativa anticipazione in tempo per la conferenza nazionale del turismo di fine settembre a Pescara. La campagna servirà dunque per preparare la stagione 2007, così come il portale unico del turismo 'Italia.it', che dovrà integrare la presentazione dell' offerta anche con funzioni - ha detto - capaci di "catalizzare la domanda".
Il turismo in Italia ha fatto l'errore di adagiarsi sui risultati raggiunti in passato e ha peccato di "presunzione", ha detto ancora il vice-premier, "mettendo in questi anni il pilota automatico e così perdendo le sue posizioni". Fra le carenze che lo riguardano, ha evidenziato, anche la minore capacità di incontrare tutta la gamma della domanda, da quella più esigente a quella dei giovani in sacco a pelo, rispetto ai paesi concorrenti. "Nell'offerta italiana vi sono solo 20 punti di differenza tra la tariffa base e quella più alta - ha sottolineato - contro i 40 che si registrano in Spagna. I pellegrini che raggiungono Roma lungo la via Francigena - ha esemplificato - lamentano proprio l'assenza di posti letto a prezzi popolari nella capitale". Ma al più presto bisogna attrezzarsi, ha aggiunto, anche rispetto alle tendenze in atto a livello globale, dove operatori leader sono pronti ad offrire al cliente anche il biglietto aereo gratis, compensandolo con gli introiti attesi dalla fornitura degli altri servizi. Rutelli è infine tornato sulla trasmissione tv "Alle falde del Kilimangiaro" di Lucia Colò su Raitre, di cui aveva già parlato nei giorni scorsi in un commissione cultura al Senato, ribadendo che si tratta di un "bellissimo programma", e che è giusto "sprovincializzarsi". "Ma anche in Italia - ha concluso - abbiamo molti Kilimangiaro che dobbiamo far conoscere".

RUTELLI, CRESCIUTE IN QUESTI ANNI CAPACITA' REGIONI"
A mio avviso sarebbe stato giusto mantenere un ministero per il Turismo, ma è stato comunque un bene che in questi anni sia cresciuta la capacità operativa delle Regioni in questo settore". Lo ha rilevato il vicepremier con delega al Turismo Francesco Rutelli, rispondendo ad una domanda sul rischio che perduri la frammentazione delle varie politiche turistiche regionali a svantaggio di una promozione complessiva del marchio Italia. "E' del resto difficile che da un palazzo di Roma - ha aggiunto - si possa promuovere adeguatamente, per esempio, la zona del Collio in Friuli". Rutelli ha però anche sottolineato come, con la delega per il Turismo a Palazzo Chigi, le politiche del settore tornino sul piano strategico al governo, e rimangano sugli altri fronti alle Regioni.

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