Caro Giuliano, care amiche e cari amici di “Campo progressista”, noi di “Green Italia”, impegnati per ricostruire una presenza forte e visibile della cultura ecologista nella politica italiana, guardiamo con interesse al vostro appuntamento del 1° luglio e in generale all’obiettivo, che condividiamo con voi e con tanti altri, di proporre un progetto politico con solide radici nelle culture progressiste e al tempo stesso proiettato nelle sfide in parte inedite da cui dipende il futuro dell’Italia e dell’Europa.
Per noi l’ecologia è uno dei banchi di prova decisivi su cui misurare questa capacità di vedere e orientare il futuro: dalla lotta globale contro il “climate change” a quella tutta italiana contro le ecomafie, dall’urgenza di una rivoluzione energetica nel segno dell’efficienza e delle fonti rinnovabili alla prospettiva di un “green new deal” come via maestra per creare lavoro e benessere migliorando l’ambiente in cui viviamo, il punto di vista ecologico è oggi un ingrediente indispensabile di qualunque politica che si voglia autenticamente e credibilmente “progressista”.
Tra la rincorsa frequentatissima a chi fa meglio la destra e l’elevato tasso di strumentalità e vacuità dell’attuale dibattito politico, di fronte a un Partito democratico che a partire dalle politiche ambientali e sociali (norme a favore delle trivelle e contro le rinnovabili, rilancio del Ponte sullo Stretto, “jobs act”…) è ormai attestato su posizioni sostanzialmente conservatrici, è giunto il momento per chi continua a credere in una politica progressista dei valori, dei programmi, dei comportamenti coerenti, a confidare in un cambiamento radicale non solo teorizzato ma capace di misurarsi con la prova del governo – siano forze politiche in senso stretto, associazionistiche o civiche -, di uscire dal proprio terreno di gioco acquisito, di valorizzare le esperienze di rete e sinergia già in essere (tra queste la nostra collaborazione con Possibile, da cui è nata la “costituente delle idee” e la Legge di Iniziativa Popolare sulla nuova energia), di deporre le zavorre delle incomprensioni e diffidenze reciproche e di trovare uno spazio comune di lavoro, che ricostruisca, con progetti e proposte concreti, quella speranza e quella visione di futuro di cui si avverte un immenso bisogno. In questo spirito abbiamo partecipato alla recente assemblea del Teatro Brancaccio a Roma: collegare le nostre sensibilità plurali, le nostre differenze, in un progetto di cambiamento della politica e con la politica.
Tale cammino, ripetiamo, può trovare forte ispirazione in quella grande scuola di pensiero e di azione che è l’ecologia, il cui confinamento a “questione di rilievo minore” ha contribuito al fallimento delle strategie e politiche di sviluppo, economiche e occupazionali degli ultimi decenni.
Siamo infatti convinti che un progetto di governo per il Paese nuovo e di ampio respiro non possa che porre al centro della propria strategia il contrasto senza quartiere ai cambiamenti climatici, pretendendo un ruolo dell’Europa da protagonista; non possa che centrarsi sulla conversione ecologica dell’economia e della società, sul rifiuto di normative criminogene come la Legge Obiettivo delle grandi opere inutili, o fossili come lo “Sblocca-Italia” delle trivelle, del cemento e degli inceneritori; non possa che dare spazio e priorità a diritti tanto primari quanto dimenticati come quelli a non ammalarsi di inquinamento (magari in cambio di un lavoro, magari no), ad avere aria, acqua, cibo che nutrano invece di avvelenare, a recuperare una qualità della vita perduta in tante grandi città, ad avere case, strade, edifici ed infrastrutture sicuri, resilienti ed efficienti, invece che divorati dall’incuria e dai saccheggi.
Insomma siamo convinti che la sinistra debba osare intestarsi la maternità (maternità, sì. Perché per farlo serve valorizzare e stimolare l’emersione delle competenze delle donne) di una vera rivoluzione di pensiero centrata tra l’altro sul paradigma ecologico, indispensabile per porre un argine concreto al disfattismo, al benaltrismo, all’inerzia, alla paura sempre più diffusi. Van der Bellen in Austria, il partito di Jessie Klaver in Olanda, le esperienze civiche innovative come le coalizioni delle sindache Ada Colau a Barcellona e Manuela Carmena a Madrid, alcune esperienze amministrative di grande speranza e rinnovamento in essere in Italia lo dimostrano: l’ecologia è sempre di più una chiave decisiva per organizzare una sinistra al tempo stesso radicale e di governo, plurale, capace di fronteggiare con successo sia l’avanzata delle forze nazionaliste, sia la crisi strutturale di consenso e di “credibilità riformista” dei partiti socialisti.
Vogliamo dire forte e chiaro che chi inquina deve pagare (anche attraverso una revisione della fiscalità); che gli accordi di Parigi sul clima vanno attuati da subito, non solo sbandierati nelle grandi occasioni (a partire da una revisione della strategia energetica e dei trasporti nazionale, coerente con un piano-clima che arrivi al 2050); che l’Italia deve cogliere subito, prima ancora che ce lo chieda l’Europa, l’occasione storica di quella economia circolare che può dare lavoro sicuro e sviluppo sostenibile e che già vede tante aziende italiane protagoniste, o per incentivare la possibilità di auto-produrre, auto-consumare e scambiare energia pulita. E vogliamo dire che ci vuole molta più Europa per affrontare con coesione e coraggio i temi dell’accoglienza, dei diritti, dell’economia, perché le sfide che dobbiamo affrontare travalicano ampiamente i confini del nostro Paese.
Insomma: mentre moltissimi si affannano a parlare alla “pancia” degli italiani, noi vogliamo mettere l'ambiente nel cuore e nella testa delle persone, della politica e della sinistra. A partire dalle parole che si usano, dalla lente attraverso la quale si osservano i fenomeni e i problemi, fino alla consapevolezza profonda e quotidiana della responsabilità che abbiamo verso le generazioni presenti e future, in qualunque luogo del pianeta si trovino.
Su questa strada, siamo pronti a dare il nostro contributo. Ci vediamo a Roma il 1° luglio.
I portavoce di “Green Italia”: Annalisa Corrado e Carmine Maturo