Intelligente - Montesanto 3
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Era il 19 settembre del 2000 quando assieme a Lucia Malafronte presentammo il libro Urbs Sanguinum con la presentazione di Marino Niola edito Intra Moenia Piazza Bellini . Da allora sono trascorsi 22 anni e la casa editrice ha stampato ben 3 edizioni, purtroppo, senza darci la possibilità di integrare ed aggiornare il testo, pur avendo tante cose da aggiungere ancora, perché il libro è stato anche per noi uno spunto per un ulteriore ricerca.
L'ultima edizione non l'abbiamo ancora visionata, è pubblicata con le foto di Sergio Siano , sono sicuro che daranno un valore aggiunto al nostro testo.
Nel frattempo Guido Liotti ispirandosi al libro ha messo in scena la ricerca.
In questi 22 anni con Lucia (assieme o separatamente) siamo stati intervistati tante volte anche da TV, radio o dalla carta stampata nazionale o internazionale come ad esempio la Rai.
La domanda che mi pongo è: abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci siamo dati? Abbiamo contribuito a far “Scorrere il Sangue di Napoli” nelle vene e nelle arterie del mondo? La risposta spetta al lettore.
Intanto ho stilato una lista di punti significativi e di domande che mi sono posto e che inoltro qui e non solo:
Per la Chiesa lo scioglimento del sangue di San Gennaro non è un Miracolo ma un prodigio
Qual'è la differenza fra prodigio e Miracolo?
Per miracolo s’intende un evento sensibile, straordinario e meraviglioso che trascende le leggi della natura e che, pertanto, può fare solo Dio, padrone e signore di queste leggi e di tutto l’universo.
Per prodigio, invece, s’intende un evento sensibile, straordinario e meraviglioso ma che non trascende (se non apparentemente) le leggi della natura.
L'Urbs sanguinum, ovvero la "città dei sangui", è Napoli, e cosi fu definita nel 1632 da un osservatore dell'epoca rimasto attonito di fronte alle tremila reliquie di martiri cristiani gelosamente custodite in città nel chiuso dei conventi o delle dimore private
Quali altri prodigi del Sangue si svolgono a Napoli?
Santa Patrizia, San Giovanni Battista San Pantaleone, San Lorenzo, Santo Stefano Protomartire, Sant'Alfonso de' Liguori, San Luigi Gonzaga, Il sangue di San Gennaro
Tanti hanno cercato una possibile prova o una plausibile spiegazione sia essa razionale o scientifica, sul prodigio del sangue. Tantissime le ipotesi:
Forse è un'”energia” che i mistici hanno cercato nel risveglio della “super-coscienza”?
Forse quella che i religiosi chiamano “grazia divina”?
Forse un operazione magica inconsapevole scaturita dalle preghiere delle “parenti”?
E se si trattasse di un semplice meccanismo naturale che oggi sfugge alla nostra mente ed alla nostra conoscenza scientifica?
Sarebbe ora che a questo territorio, percorso da tanti turisti che scelgono di risalire la Collina Gentile a piedi per godersi il panorama prima di visitare il Museo di Capodimonte, gli venisse ridata dignità e vivibilità.
Sarebbe anche utile rendere Via Ottavio Morisani e una parte di Via Ottavio Morisani, Zona a Traffico Limitato per rendere più vivibile il territorio per i residenti e più accogliente per i turisti che risalgono le pendici di Capodimonte.
Ho il piacere di comunicare che la mia candidatura è stata accolta dalla Commissione Europea, Direzione Generale per l’Azione per il Clima (DG CLIMA), che mi ha nominato ambasciatore del Patto europeo per il clima, a titolo personale.
Il Patto europeo per il clima è un’iniziativa della Commissione europea.
Gli ambasciatori del Patto europeo per il clima sono persone che agiscono a titolo personale o a titolo professionale rappresentando la propria organizzazione, e non per conto della Commissione Europea.
Gli ambasciatori si impegnano a informare, ispirare e sostenere l’azione per il clima nelle loro comunità e reti in contributo al Patto europeo per il clima.
"Adesso, e per i prossimi 12 mesi, avrò uno strumento in più per poter continuare a fare quello che ho sempre fatto, probabilmente con più efficacia e stando in rete con tanti altri ambasciatori del Patto europeo per il clima”
Il Coordinamento Scale di Napoli a Energymed 2022
per promuovere una mobilità integrata pedonale e la realizzazione di una eco- mappa digitale.
Anna Donati portavoce AMODO (Alleanza Mobilità Dolce) in un video messaggio di saluti:
Non torniamo indietro. Mi auguro che il futuro del lungomare resti un luogo dove camminare e pedalare.
Le 200 scale di Napoli sono la “trama” di una mappa e di una visione di mobilità sostenibile per muoversi in città senza dipendenza energetica a zero emissioni e a zero costi.
Anna Donati portavoce AMODO (Alleanza Mobilità Dolce) in un video messaggio di saluti si rivolge alla nuova Amministrazione Comunale (si allega) https://youtu.be/
Non torniamo indietro. Mi auguro che il futuro del lungomare resti un luogo dove camminare e pedalare.
Sul sito del Coordinamento Scale di Napoli (www.scaledinapoli.com) esiste un link di una mappa digitale delle 200 scale della città messa a disposizione di tutti dal Coordinamento ma chiediamo alle istituzioni di fare di più e e realizzare una eco-mappa integrata dei percorsi pedonali di Napoli, scale, parchi, percorsi ciclabili e trasporto pubblico. Un strumento digitale a disposizione di tutti, cittadini e turisti, per vivere una Napoli sempre più sostenibile e libera dalle auto e dallo smog favorendo stili di vita più green improntati ai consumi consapevoli, al risparmio energetico per migliorare la vivibilità urbana.
Infine, Il Coordinamento Scale di Napoli chiede alla nuova Amministrazione, che si acceleri tutta la procedura attivata su nostra richiesta dal Patto per Napoli (Renzi) con il quale venivano assegnati 10milioni di euro per rigenerare 4 percorsi pedonali della Città.
Il futuro della nostra città però è “precario“, scrive il quotidiano, parlando di una recente ricerca: “senza interventi, la città rischia di trovarsi davanti a 55 giorni di caldo estremo entro il 2049 che potrebbero quasi raddoppiarsi entro il 2081”.
Eppure ci ritroviamo ancora a discutere su lungomare pedonalizzato/ lungomare aperto al traffico. Ieri 18 gennaio 2022 sono stato in audizione, assieme a tante altre Associazioni Ecologiste, alla Commissione Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile, presieduta dal Consigliere Gaetano Simeone ed in Presenza dell'Assessore ai trasporti Edoardo Cosenza.
Ho ricordato ai presenti che sono state le pedonalizzazioni a rilanciare Napoli nel Mondo, ricordiamo Piazza Plebiscito dopo il G7 e il Lungomare dopo l'America's Cup.
Siamo stanchi di dire no allo smog e all'inquinamento, ho detto in Commissione - di dire basta al traffico ed i rumori assordanti e soprattutto, nel XXI secolo non vogliamo più sentire parlare del futuro della città a partire dai flussi veicolari. Un'amministrazione, una buona Amministrazione i flussi delle auto li indirizza e li veicola a vantaggio della vivibilità e della bellezza dei luoghi.
Infine ho sintetizzato in 2 punti le richieste di Green Italia:
1. Riattivare i provvedimenti precedenti al crollo del palazzo alla Riviera con pedonalizzazione di tutto il lungomare per creare una “green line” dal Centro Storico al mare (Dante – Toledo – Plebiscito – Cesario Console – Nazario Sauro - Partenope)
2. Aprire un dibattito sulla mobilità a Napoli a partire dal Piano della mobilità sostenibile elaborato, assieme a tanti tecnici ed esperti a costo zero, da uno dei massimi esperti di mobilità in Italia: Anna Donati e tenuto chiu nei cassetti dell'Amministrazione per anni.
Contributo per Repubblica Napoli del 3 agosto 2021
Carmine Maturo, Co-Portavoce Nazionale Green Italia
Anna Savarese, Presidente Legambiente IRIDE
Su tutte le proposte ovviamente le nostre riserve principali consistono nella completa indifferenza ai luoghi di attraversamento, laddove le funivie, a differenza anche delle funicolari o dei treni a cremagliera, non percorrono il territorio ma lo sovrappassano collegando un punto di partenza con un punto di arrivo non soddisfacendo la domanda di mobilità diffusa a servizio dei cittadini e delle attività produttive, sociali e culturali.
Per la funivia di Napoli la Giunta Regionale della Campania, ha recentemente approvato un finanziamento per la realizzazione della progettazione preliminare e definitiva del collegamento con funivia tra il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Capodimonte di Napoli. Lo studio sulla funivia che si basa sullo studio di fattibilità realizzato dall'ACAM (Agenzia Campana Mobilità) è stato commissionato dall'Eav (il finanziamento per il progetto è di ben un milione e 348mila euro) e fa parte dei dieci progetti presentati dal governatore Vincenzo De Luca per la città di Napoli. Il progetto costerebbe dai 25 ai 30 milioni e vede già la disponibilità di gestori di funivie a cofinanziarlo, attratti sicuramente dai flussi previsti (960 posti disponibili, con un flusso massimo stimato di 3.300 viaggiatori al giorno) e dai costi dei biglietti. Occorre ora decidere se procedere con il progetto esecutivo con una gara internazionale, data la consistenza dell’importo.
In sintesi è previsa la realizzazione di una funivia area che in 3 minuti dovrebbe superare un dislivello di 22 metri con un impianto lungo 1,6 km consentendo il collegamento tra il Museo Archeologico e quello di Capodimonte. Le stazioni di testa sarebbero a Piazza San Giuseppe dei Nudi (collegata al MANN con un tapis roulant) e sul Viale Colli Aminei (collegata al Polo di Capodimonte con un sottopasso pedonale). Vista la necessità di queste invasive e consistenti opere a corredo della funivia non si capisce perché non si possa ipotizzare una migliore connessione tra la Stazione Metro dei Colli Aminei e il Polo di Capodimonte.
La proposta, a detta dell’ACAM, sarebbe coerente col "Grande programma per il Centro storico patrimonio UNESCO”. Invece essa, oltre che lontanissima dall’ottica della mobilità sostenibile, è anche in contrasto con le raccomandazioni UNESCO per il Centro Storico ribadite nel Rapporto 2020 degli ispettori col quale si è invitata l'amministrazione di Napoli a trascurare opere sproporzionate per concentrarsi invece su lavori d'ordinaria amministrazione, quali monitoraggio e manutenzione, indispensabili per la salvaguardia dei monumenti della città, ponendo attenzione agli edifici monumentali, alla manutenzione del tessuto urbano, alle infrastrutture ed ai servizi pubblici esistenti in città.
Inoltre anche dal punto di vista dell’efficacia, la proposta della funivia semplicemente elude l’attuale problema di mobilità nel territorio di Capodimonte e, con il suo tragitto limitato e diretto, non indurrà i turisti a visitare il territorio circostante, penalizzando le tante espressioni culturali e sociali in esso presenti e soprattutto l’economia locale. La collina di Capodimonte infatti non è solo il Museo di Capodimonte ma è composta da un triangolo i cui vertici sono: Il Museo Archeologico, L'Albergo dei Poveri con l'Orto Botanico e la Reggia con il Parco di Capodimonte. All'interno di questo “Triangolo della Cultura” ci sono tantissimi attrattori storico-culturali che da questo progetto vengono completamente ignorati: I Vergini, la Sanità, Il Ponte della Sanità, le scale della Principessa Jolanda, Le Catacombe di San Gennaro, l'Osservatorio Astronomico, Il Moiariello ed il Paradisiello, Santa Maria degli Angeli alle Croci, Sant'Eframo Vecchio, l'Osservatorio Astronomico. Da anni Legambiente e Green Italia propongono ai turisti un trekking urbano attraverso la storica passeggiata del Moiariello, proprio per ricordare ai turisti e Amministratori che Capodimonte non è solo Parco e Reggia ma un territorio più vasto che necessita di rilancio economico e mobilità pubblica.
Affrontare il tema della mobilità nel vasto comprensorio di Capodimonte, dei Vergini della Sanità significa usare l’innovazione tecnologica e la logistica dei trasporti (ascensori, scale mobili, minibus elettrici, percorsi ciclabili e pedonali messi in sicurezza) valorizzando la morfologia del territorio, con le sue scale e i suoi percorsi verticali che connettono le tante vie panoramiche adagiate sulle curve di livello, quali Salita Stella, Miradois, Moiariello, Paradisiello, Sant'Eframo Vecchio, Ponti Rossi per citarne solo alcune che costituiscono esse stesse un patrimonio identitario culturale da far conoscere ai cittadini e ai tanti turisti attratti dalla stratificazione insediativa di Napoli.
Infine, e questa è una considerazione di metodo non meno importante di quelle di merito, scelte di tale incisività strategica e di così grande consistenza economica non possono essere fatte senza coinvolgere la cittadinanza in processi partecipativi e oggi soprattutto fuori da possibili strumentalizzazioni elettorali. Proprio per questo intendiamo essere parte propositiva e attiva della nuova stagione amministrativa con il prioritario obiettivo che i fondi messi a disposizione dal PNRR siano spesi presto, ma soprattutto bene, per iniziative e progetti coerenti con la strategia delle Next Generation EU e del Green Deal e da un’amministrazione comunale che sappia porsi in maniera autorevole e collaborativa con tutte le istituzioni e in un dialogo costante con la città, assicurando nuove ed efficaci forme di partecipazione democratica.
16 dicembre 2020 . Green News Deal
In parallelo l’incremento della mobilità ciclistica è un obiettivo primario per offrire ai cittadini valide soluzioni di trasporto, soprattutto nel raggio degli spostamenti entro 6 km, rappresentando la bici la migliore soluzione in termini economici e di sostenibilità ambientale.
Una visione strategica di pianificazione dei trasporti, quindi, dovrebbe ipotizzare soluzioni integrate che ottimizzino il trasporto ferroviario e tramviario con la previsione di una vasta rete ciclabile in ambito urbano e di adduzione alle stazioni ferroviarie per favorire l’intermodalità tra i due sistemi.
In questi anni la Regione Campania non si è distinta per portare avanti ragionamenti di mobilità sostenibile in linea con questi principi, non dotandosi, unica Regione in Italia, dell’obbligatorio Piano Regionale della Mobilità Ciclistica.
Ma, al di fuori di qualsiasi strumento di pianificazione e, anzi, in contrasto con il Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli e il Piano del Parco Nazionale del Vesuvio, ha deciso di “smantellare” la linea ferroviaria Torre Annunziata – Cancello per realizzare una pista ciclabile per 9 milioni di euro su pochi km, con costi medi superiori di dieci volte quelli ordinari per costruire normalmente una pista ciclabili ma “utili e necessari” per smantellare il tratto ferroviario.
In tal modo si marginalizza il porto di Torre Annunziata rispetto a quelli di Salerno e di Napoli, privandolo di collegamenti ferroviari diretti con gli interporti di Nola e Marcianise.
Inoltre la distruzione del tracciato ferroviario priva i comuni dell’area vesuviana di utilizzare un potenziale sistema misto ferrotramviario a servizio di un agglomerato ci circa 200.000 abitanti.
In questo quadro Green Italia Campania chiede con forza al Presidente De Luca di tornare sui suoi passi con una scelta antistorica e di rivedere il progetto prevedendo il funzionamento della ferrovia e la realizzazione di un asse ciclabile parallelo.
Martedì, 8 settembre 2020
su NAGORA'
“Non possiamo permetterci di sprecare una buona crisi” disse Rahm Emanuele, capo dello staff di Obama, all'epoca della crisi del 2008. Questa del Covid, nel nostro Paese e nella nostra città, pur nel dolore per le migliaia di vittime che ha seminato, potrebbe diventare “una buona crisi”. Una crisi per immaginare nuovi scenari urbani, fantasticare città diverse, più sostenibili ed ecocompatibili anche se molte scelte politiche nostrane risultano ancora insoddisfacenti.
Nel resto d'Europa alcune risposte le stiamo avendo. Penso, ad esempio, all'idea della “città a 15 minuti” della nuova Sindaca ecologista di Parigi Anne Hildago, ossia di una visione urbana policentrica: una proposta per quartieri residenziali dotati di servizi, verde, uffici e fabbriche nella quale poter raggiungere in un quarto d’ora, a piedi o in bicicletta, i luoghi per lo svago, per il pasto, per il lavoro e il divertimento.
Un altro spunto molto interessante è quello del cohousing o della multi-residenzialità, in cui si sperimenta l'altruismo, l'affettività con la propria comunità e col proprio territorio attraverso la condivisione dei servizi e degli spazi.
Si tratta, in entrambi i casi, di visioni che permettono di ridare centralità alle persone.
Se ritorniamo con i piedi a terra nella nostra città, se riflettiamo sul rapporto spazio auto/pedoni delle nostre strade urbane, salta subito agli occhi quanto spazio viene concesso ai pedoni e quanto alle auto; la proporzione carreggiata/marciapiede continua ad essere tutta a favore delle auto.
Viviamo in una città autocentrica non solo per la quantità di spazio dedicato alle auto ma anche per la tipologia dei materiali usati per la pavimentazione: asfalto, continuamente asfalto al posto di basolato e sampietrini. Gli esempi più evidenti sono il collegamento stradale asfaltato Lungomare/Fuorigrotta (che attraversa Via Marina e la riviera di Chiaia, proseguendo poi fino a Bagnoli) e il Corso Vittorio Emanuele, in cui i lavori attualmente in corso prevedono la sostituzione dei sampietrini con l'asfalto, un materiale adatto a strade a scorrimento veloce.
Nel XXI secolo è ancora necessario ricordare che l'asfalto è causa di aumento della temperatura del microclima urbano e che contribuisce a creare le cosiddette “isole di calore” che non solo alimentano la crisi climatica ma portano sofferenza e a volte anche morte, nei periodi estivi, ai nostri anziani?
Ma a proposito di strade e spazio urbano dedicato ai pedoni, nella nostra città il rapporto diventa sempre più a sfavore di questi ultimi con l'invasione di tavolini "selvaggi" che sottraggono spazio ai pedoni invece che alle auto.
Per questi motivi e tanti altri ancora urge un Piano della mobilità sostenibile adeguato ai tempi e al momento che preveda la valorizzazione dei percorsi pedonali delle scalinate napoletane, nuove piste per bici e monopattini, marciapiedi più larghi per pedoni, bar e ristoranti, tante strade a 30 km per l'uso promiscuo di bici e auto, corsie preferenziali per mezzi pubblici collettivi, un piano dei tempi della città per differenziare gli orari dei servizi, parcheggi aziendali per la micro mobilità.
C’è bisogno di fare uno sforzo di fantasia, insomma, ricalcando il vecchio slogan, è necessario un po' di “immaginazione al potere” per proporre una visione di città del futuro prossimo, per puntare non solo ad avere una città più pulita e meglio organizzata, con trasporti efficienti, con più verde, senza smog e inquinamento, cosa scontata/indispensabile per una città vivibile, ma per realizzare una città "civile", la città dei cittadini, che sa affrontare e superare il disagio e la solitudine e che sa dare il senso dell’ appartenenza e la voglia di partecipare.
© Carmine MaturoCo-portavoce nazionale Green Italia